Adamsberg amava i lupi come uno ama i propri incubi.
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L’uomo dei cerchi azzurri – Fred Vargas
[Questa recensione è stata scritta per Sugarpulp ed è stata pubblicata qui]
Jean-Baptiste Adamsberg è da 12 giorni commissario del 5° arrondissement di Parigi, l’unica città che può sopportare un “silvestre” come lui: uomo vago, apparentemente indolente, che si perde nel suo stesso eloquio, è però un poliziotto fenomenale, capace di risolvere i casi in maniere incomprensibili ai suoi colleghi. Possiede un intuito infallibile che gli permette di capire subito le persone, di vedere cosa nascondono (crudeltà, noia, pene d’amore); questo approccio istintivo alle indagini lo porta spesso a scontrarsi, sempre in maniera reciprocamente benevola data l’attrazione che ognuno dei due caratteri esercita sull’altro, con la razionalità del fedele ispettore Danglard, un brav’uomo (con a carico due coppie di gemelli e il figlio che la ex moglie ha avuto da un altro) inservibile al pomeriggio, quando è puntualmente ubriaco.